lunedì 20 settembre 2010

Breve storia ed evoluzione dell’arte dei giardini













Il paesaggio dei giardini che la storia ci presenta è veramente meraviglioso e ricco di esempi molto diversi tra loro per forma e cultura, in ogni angolo del globo. In tutte le culture del mondo, in modo del tutto autonomo ed indipendente, si sono sviluppati modi e stili di fare giardini, come fossero un sentire comune planetario. Dove si è sviluppata una religione ed una cultura che ha attribuito un certo riconoscimento e significato alla natura ed ai suoi elementi è sorto un luogo che possiamo chiamare “giardino”. Influenzata da elementi climatici, botanici e culturali, l’arte dei giardini è nata in contemporanea ed in subordine allo stato religioso, spirituale e di struttura sociale, come lo sono stati i più rilevanti fenomeni di organizzazione sociale dell’umanità.
I giardini più antichi, ci dicono gli archeologi, si incontrano nei luoghi in cui
la natura sembrava averli negati in modo assoluto. Infatti troviamo i primi giardini ai confini del mondo occidentale, nell’Asia minore, nella regione desertica della Persia. Frutto di un grande
impegno di trapianto ed acclimatazione della vegetazione delle oasi furono realizzati dentro o al margine dei palazzi reali al fine di ricostruire i luoghi sacri delle divinità della fecondità. Più che
parlare di arte dei giardini, in taleepoca, è opportuno parlare di artedelle coltivazioni e di ambientamento di colture molto semplici in contenitori e terrazzamenti, con riporti di terra e sistemi di irrigazione molto arditi. Con il passare del tempo i giardini acquistarono un aspetto importante e di conseguenza il loro ruolo e significato di bellezza, soprattutto come luogo sacro
religioso. Il giardino diventa luogo privilegiato e dimora del divino: giardino come luogo del “santa santorum”. Questi giardini erano costruiti in parte con terra di riporto irrigata ed in parte inseriti in contenitori o fioriere del tempo, su terrazzamenti di terra o pensili. Intesi come ampie aree verdi o riserve circoscritte si sono imposti al mondo come un modello di quei “ paradisi”che i persiani fecero conoscere a tutta l’area mediterranea. Queste tipologie di ambientazioni o giardini assiri fecero stupire i viaggiatori e gli ospiti nobili greci e del bacino mediterraneo e dell’Oriente per la loro singolarità e bellezza. I giardini pensili di Babilonia, infatti, furono considerati dai Greci delle meraviglie del mondo ed una sfida , mai raccolta per il vero in alcun esempio dalla Grecia, la quale rappresentava la bellezza con altri elementi. In contemporanea alla Mesopotamia si svilupparono giardini in Egitto, diversi, molto più sobri, con grandi vasche d’acqua popolate da pesci ed uccelli come fenicotteri ed ibis, canali e padiglioni per la sosta con ampie aree delimitate
da viali e zone con frutteti, vigne ed alberi in filare. E ‘ il primo esempio di giardino pianeggiante e con mura che lo delimitavano per tutto il perimetro, al cui interno vi erano costruzioni private e la residenza. Tutti elementi che si ritroveranno poi nel giardino di epoca romana.
Sia nel giardino persiano che in quello egizio compare e domina la simmetria che corrisponde alla visione cosmica e mistica del mondo. Il giardino è diviso in quattro parti da assi ortogonali, evidenziate sia con dei viali alberati che da linee d’acqua, che corrisponde alla visione dell’universo suddiviso dai quattro grandi fiumi dell’antichità. Tali forme si rivedranno in seguito nel giardino islamico, in tutte le aree geografiche toccate da questa religione.Il giardino greco non aveva nulla in comune con quello orientale, era naturale e rurale, composto unicamente e semplicemente da un bosco o un frutteto nelle vicinanze di tempietti e santuari dedicati alla divinità della fecondità.

Il giardino romano.

Il primo vero giardino paesaggistico fu il giardino romano delle famiglie aristocratiche romane che possedevano ampie ville alla periferia delle città. L’influsso della cultura greca su quella
romana si manifestò importando non dei modelli di giardino, ma “imponendo al giardino romano l’estetica che impregnava la poesia, la scultura e la pittura ellenica. La grande novità consiste
nella composizione dei paesaggi. Non ci si contenta più di disporre simmetricamente gli alberi; si chiede alle piante, ai bacini, ai movimenti di terra, di prestarsi alle ricerche plastiche. Un esempio
è significativo. Nei primi testi latini in cui si trattava di giardini di piacere, il giardiniere è il topiarius, cioè il “paesaggista”. La sua arte è l’ars topiaria, termine di cui gli storici moderni hanno troppo spesso limitato il senso affermando che si applicava solamente alla potatura pittoresca degli arbusti. In realtà questa potatura , di cui sappiamo che fu inventata e praticata dai giardinieri romani, è soltanto uno dei procedimenti dell’ars topiaria, e non appare che negli anni che precedettero immediatamente l’era cristiana, mezzo secolo dopo la nascita del giardino I topiari romani trasposero il paesaggio dipinto sulle pareti dei portici e delle ville greche e romane nello spazio all’aperto con la realizzazione di vasche, canali, sorgenti, boschi sacri ed ambientazioni varie arredate da statue di divinità. Il giardino romano fu anch’esso come quello greco un paesaggio sacro con la rappresentazione di divinità della natura e della mitologia.
Nel giardino romano troviamo l’apparizione ed il fiorire della nuova vegetazione mediterranea, di bossi, agrifogli, tassi ecc. e di elementi di arredo e di costruzione che appartengono all’architettura del tempo come pergolati, spalliere, ponti, fontane, elementi scultorei e terme.

Giardino e cultura cristiana.

Alla fine dell’impero romano il giardino non trova una grande continuità di stile e realizzazione nel mondo occidentale, ove si sta espandendo la religione cristiana, mentre trova una grande evoluzione ed accoglienza nel mondo orientale bizantino. Alla fine del mondo antico il giardino in Occidente vive una vera e propria eclisse. In Occidente la fede e la conseguentecultura cristiana non ha dato grande impulso al concetto di giardino, benché non gli sia estraneo il concetto di Paradiso o Giardino dell’Eden biblico. Nella fede e cultura cristiana non c’è un giardino come luogo privilegiato della divinità o luogo di presenza dell’uomo con Dio. Il giardino cristiano ricordato nei Vangeli è il giardino o orto degli ulivi, punto di partenza della passione del
Cristo e non luogo di piacere. Il giardino dell’epoca cristiana è il luogo della preghiera e della meditazione, luogo di contemplazione della croce e della passione di Cristo. In tanti monasteri sono apparsi molti giardini degli ulivi con percorsi dedicati alla via crucis e non sono certo questi i giardini delle delizie e del piacere. Anche il concetto biblico del Paradiso, riportato nel libro della Genesi, che si rifà a delle tradizioni molto diffuse nell’antichità orientale dei paradisi sacri
degli dei, è molto diverso da quanto comunemente rappresentato ed interpretato.Genesi, infatti, non fa riferimento al Giardino dell’Eden come ad un luogo geografico o ad un luogo dimora degli
dei. L’Eden non è un semplice giardino, ma un luogo teologico, è la natura stessa di Dio dove l’uomo nasce e vive con Dio. Nel cap. 24 del libro della Sapienza Dio si racconta come un grande
giardino lussureggiante, con tutte le specie botaniche note nell’antico Israele. “Ho posto le radici in mezzo ad un popolo glorioso. Sono cresciuta come un cedro del Libano, come un cipresso
sui monti del’Ermon. ecc. “ Un ulteriore conferma è l’’allontanamento dal Giardino, che è vissuto, infatti, come un allontanamento da Dio e dalla sua essenza vitale. “L’uomo che cammina fuori dal giardino, cammina fuoridi Dio” ( 6) ( Gianfranco Ravasi, La Bibbia,Genesi ).


Tratto da : IL MILLEGIERDINI - MAXIMEDIA - EURO 49


millepiante@gmail.com

sabato 11 settembre 2010

IL Millegiardini


Finalmente un libro sul giardinaggiio che potrà aiutare a mettere ordine nel panorama della paesaggistica italiana. Giardini nel Paesaggio è infatti una guida utile agli architetti, ai paesaggisti ed a chiunque sta pensando al progetto di un giardino che consente di scegliere lo stile preferito inserendolo nel paesaggio senza stravolgerne la continuità. Un volume innovativo, dal quale si potranno "prendere" idee, anche visivamente, aiutati dalle oltre 1450 foto a colori che corredano l'opera, opportunamente scelte secondo i criteri più attuali e moderni del mondo del giardinaggio contemporaneo. GIARDINI NEL PAESAGGIO, già in vendita on-line, sarà ufficialmente presentato al FLORMART di PADOVA 2010 il 9 settembre.

Millepiante